LOTTA AI FANNULLONI. IL RECORD A DIPENDENTE REGIONE SARDEGNA: DA 4 ANNI NON VA A LAVORARE
Posted by irpinianelmondo su giugno 27, 2008
27.6.2008-L’assessorato regionale del Personale della Regione Sardegna, effettuando un monitoraggio dei dati sull’assenteismo tra i dipendenti regionali, e sulla base di segnalazioni di altri colleghi, ha individuato un caso particolare di assenteismo: un dipendente è assente dal lavoro dal novembre 2004 e fino a oggi, grazie a un flusso ininterrotto di certificati medici che attestano, di mese in mese, uno stato di malattia e la necessità di cure. Il dipendente da circa quattro anni percepisce lo stipendio senza mai essersi recato al lavoro.
L’assessore del personale, Massimo Dadea, informato del caso dagli uffici, ha chiesto che si verificasse in modo approfondito la situazione ed ha inviato un esposto su tutta la vicenda alla procura della Repubblica di Cagliari, affinchè la magistratura competente accerti se vi siano eventuali responsabilità penali e proceda di conseguenza.
Le verifiche svolte hanno fatto emergere un piccolo spaccato sulle distorsioni presenti nella realtà del pubblico impiego, “stratificate – commenta l’assessorato in una nota – grazie a leggi discutibili e a una antica prassi compiacente da parte di molti governanti, di settori sindacali e di certi medici. Il tutto a danno dei cittadini utenti, dei servizi pubblici e degli stessi dipendenti pubblici che fanno il loro dovere”.
È infatti emerso che il comportamento del dipendente regionale appare studiato nei minimi dettagli per utilizzare in modo sistematico tutti i possibili appigli offerti dalle leggi e dai contratti di lavoro nel settore pubblico per chi voglia portare fino alle estreme conseguenze il proprio assenteismo.
Dalle indagini svolte a carico del lavoratore, che in tutto questo periodo ha percepito per intero lo stipendio senza mai essere andato in ufficio, è emerso che ogni mese ha prodotto un certificato medico in cui è prescritta una non meglio precisata terapia quotidiana parzialmente invalidante. Leggi e contratti prevedono che per patologie gravi, come quella denunciata dal dipendente assente, sia garantita la riservatezza dei dati sanitari.
Secondo quanto sostiene la Regione, il dipendente è riuscito comunque, in quest’arco di tempo, a sostenere gli esami universitari che gli mancavano per laurearsi in Scienze politiche. Risulta, inoltre, che, nonostante la grave patologia e le terapie quotidiane invalidanti prescritte dal medico per giustificare l’assenza dal lavoro, il dipendente si sia candidato, senza successo, al parlamento nelle ultime elezioni politiche, impegnandosi nella campagna elettorale.
Ma non basta: il lavoratore ha presentato una richiesta perchè la sua malattia sia dichiarata “dipendente da causa di servizio” per conservare il posto di lavoro fino alla completa guariglione opure fino al maturare della pensione con il massimo dei contributi. La Regione l’ha inviato a visita davanti a un collegio medico legale dell’Asl, che gli ha riconosciuto un disturbo depressivo non dipendente, però, da cause di servizio. Anzi, il collegio l’ha dichiarato pienamente idoneo, invitandolo a tornare al lavoro. Ma dopo il dipendente ha continuato ad assentarsi, presentando certificati medici.
“Le norme di legge e contrattuali sembrano non offrire molti spazi a un’amministrazione seria che voglia accertare la verità dei fatti e richiamare ai propri doveri chiunque sia retribuito con i soldi della collettività”, osserva l’assessore Dadea, deciso ad adottare «tutte le iniziative che legittimamente» si possono avviare.
Intanto, al dipendente è stata inviata una lettera di contestazione degli addebiti e una segnalazione è stata mandata all’ordine dei medici sul medico convenzionato che da quattro anni certifica ininterrottamente la stessa patologia e la stessa terapia invalidante. Poi è partito l’esposto alla procura.
QN
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