ALITALIA. ECONOMIST : “OPERAZIONE POLITICA, SBAGLIATA E COSTOSA. COSTERA’ 125,00 EURO PER OGNI ITALIANO”
Posted by irpinianelmondo su settembre 4, 2008
4.9.2008-«Qual è prezzo del patriottismo?» Cinque miliardi di euro e circa 125 euro per ognuno dei 40 milioni di contribuenti italiani. L’attacco arriva dalle colonne dell’Economist, che, in un articolo in uscita venerdì boccia l’operazione Fenice per il salvataggio di Alitalia come «sbagliata e costosa», senza una «logica economica» e costruita per salvare una «compagnia da tempo azzoppata».
Un salvataggio che, nel complesso, costerà 5 miliardi e circa 125 euro per ognuno dei 40 milioni di contribuenti italiani. Prima dell’operazione «appoggiata dal premier Silvio Berlusconi per preservare l’italianità dell’azienda», infatti, «3 miliardi di euro di denaro pubblico erano finiti lì». Con il piano Fenice, poi, «1,2 miliardi di debiti e gli asset in perdita saranno travasati in una “bad company” che sarà scaricata sul ministero dell’Economia». Ma il calcolo non è completo, visto che secondo i conti dell’Istituto Bruno Leoni riportati dall’Economist «complessivamente i costi per lo stato (il riferimento è sempre all’operazione Fenice, ndr) saranno di 2 miliardi di euro».
La logica dell’operazione, sottolinea il settimanale britannico, «non è mai stata economica. Il suo obiettivo era semplicemente onorare la promessa elettorale fatta da Berlusconi, che aveva annunciato di avere una soluzione migliore rispetto all’offerta di Air-France Klm, definita “offensiva” (ma che avrebbe esonerato i contribuenti dai debiti di Alitalia). Berlusconi aveva insistito nel dire che alcuni imprenditori italiani stava aspettando per avere una chance e, con diversi mesi di ritardo, è stata messa insieme una cordata». Sugli interessi degli imprenditori della cordata, evidenzia poi la rivista inglese, «c’è uno scetticismo diffuso». «Non ho mai visto tigri vegetariane – sottolinea con sarcasmo Marco Ponti, professore di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano – e non conosco nessun uomo d’affari disposto a perdere soldi sull’altare dell’italianità».
«Come molti altri esperti – prosegue l’Economist -, Ponti sospetta che gli investitori hanno avuto garanzie dal governo, per cui, se le cose dovessero andare male, riceveranno “favori in altri settori”». Tutto questo, conclude il giornale inglese, «dovrebbe interessare vivamente la Commissione europea, ma una delle prime mosse di Berlusconi è stata assicurare la nomina di un suo uomo, Antonio Tajani, a commissario europeo per i Trasporti. Alcuni concorrenti di Alitalia potrebbero ancora protestare rivolgendosi all’Ue ma, prima che Colaninno arrivasse a Bruxelles per illustrare l’operazione Fenice, Tajani l’ha elogiata perchè “favorisce il mercato e il principio di concorrenza”». sole24ore
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