DROGA :OLTRE 200 ARRESTI CARTELLO ” NDRANGHETA – NARCOS”
Posted by irpinianelmondo su settembre 18, 2008
18.9.2008-Droga a fiumi, dal sudamerica all’Italia, con guadagni per milioni di euro: la ‘ndrangheta era riuscita a rafforzare la la sua leadership nel traffico controllando l’importazione della cocaina fino in Italia grazie ai propri affiliati che dagli Stati Uniti e dal Canada gestivano i rapporti con il cartello del golfo messicano. E’ quanto è stato accertato dall’indagine “Solare” – condotta dai carabinieri del Ros, affiancati in un anno e mezzo di indagini dalle agenzie statunitensi Fbi, Dea e Ice – che ha portato all’arresto di oltre 200 persone (secondo un quotidiano di Atlanta sono 332) e al sequestro di 16 tonnellate di cocaina e di 57 milioni di dollari, in un’operazione condotta tra Usa, Italia, Messico e Guatemala.
Nel filone italiano dell’inchiesta sono state 16 le persone fermate, su disposizione della Dda di Reggio Calabria: a New York i fratelli Vincenzo e Giulio Schirripa, Stacey Theresa Minlionica Margolies (compagna di Giulio) e i broker Cristopher Castellano, detto Cris, Javier Guerrero e Ignacio Alberto Diaz. In Calabria, tra Marina di Gioiosa Jonica e Siderno, i coniugi Giulio Schirripa e Teresa Roccisano, la figlia Anna Maria (sorella di Giulio e Vincenzo), Aldo Bombardieri, Luigi Albanese, Maria Teresa Argirò, Pasquale Pugliese, Giuseppe Sansotta. A Siderno fermato pure Pietro Commisso (accusato di estorsione), nella cui abitazione è stato trovato un bunker.
A Valdagno (Vicenza) sono scattate le manette per Diego Lamanna. L’inchiesta, ha detto il vice capo del Ros Mario Parente, ha tra l’altro “messo in luce l’importanza del Messico nelle nuove rotte della cocaina colombiana verso l’Europa”. Mentre in passato, infatti, erano emersi i contatti tra ‘ndrangheta e organizzazioni paramilitari colombiane, come Farc e Auc, la pressione investigativa ha costretto i narcotrafficanti a trovare nuove aree per lo stoccaggio della pasta di coca. E questa opportunita’, spiegano gli investigatori, è stata trovata soprattutto in Messico, dove le organizzazioni di trafficanti, e in particolare il ‘Cartello del Golfo’, sono risultate in grado di assicurare il necessario controllo del territorio anche attraverso l’impiego di sanguinari gruppi mercenari, come “Los Zetas”. Una formazione ritenuta responsabile di feroci rappresaglie eseguite in Messico nei confronti di magistrati, informatori delle forze dell’ordine, testimoni e poliziotti impegnati in indagini anti droga.
Le indagini hanno accertato, anche attraverso un capillare lavoro di intercettazioni telefoniche, come la ‘ndrina degli Schirripa, che sembra importasse dai Los Zetas dieci chili di coca al mese, fosse affiliata ad un consorzio di cosce della ‘ndrangheta (tra cui Coluccio-Aquino e Macrì) in grado di movimentare enormi carichi di cocaina, anche mille chili. Gli investigatori hanno proceduto per gradi: in una prima fase sono stati verificati i collegamenti tra il gruppo Schirripa e quello di narcotrafficanti ecuadoregni capeggiati da Luis Calderon, detto ‘Tio’, arrestato il 30 aprile scorso a New York. Dopo l’arresto di Calderon, le cosche jonico-reggine – secondo le indagini del Ros – si sono associate ai narcotrafficanti Castellano e Diaz, considerati ‘proiezioni’ newyorkesi del ‘Cartello del Golfo’, responsabile del traffico di decine di tonnellate di cocaina, metamfetamina e marijuana verso gli Usa e l’Europa (Italia, Spagna ed Olanda). La droga, secondo il Ros, veniva pagata periodicamente al gruppo Schirripa negli Usa dalle cosche coinvolte: per trasferire il denaro all’estero, queste utilizzavano prevalentemente il circuito della Western Union ed una ricevitoria di Marina di Gioiosa Jonica riconducibile ad uno dei cognati di Antonio Coluccio, fratello di Giuseppe, il latitante arrestato il 7 agosto in Canada. Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, ha detto che l’indagine “conferma la validità dell’intuizione che fu di Giovanni Falcone che vedeva proprio negli Usa il punto di partenza per colpire le organizzazioni criminali mafiose”.
“Desta impressione – ha aggiunto Giuseppe Pignatone, procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria – il rapporto strettissimo tra personaggi della ‘ndrangheta calabrese, e i grandi narcotrafficanti messicani e colombiani. E’ la dimostrazione della pericolosità della ‘ndrangheta, in grado di arrivare da piccoli paesi calabresi in tutto il mondo con estrema facilita’”. ANSA
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