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SCUOLA.IL MINISTRO GELMINI MANDA IN PENSIONE I PROF. CON 65 ANNI DI ETA’ E 40 ANNI DI SERVIZIO. Cosi’ si salvano 5mila precari

Posted by irpinianelmondo su febbraio 14, 2009

scuola-precari114.02.2009-Per limitare gli effetti dei tagli agli organici il Ministro farà di tutto per respingere, in blocco e d’accordo con i sindacati, tutte le domande di prolungamento in servizio: così almeno 5.000 docenti precari saranno “salvati”. Non sarà solo la categoria dei precari ad essere investita dal “ciclone” di tagli previsti per l’anno scolastico 2009/10 e quantificati dai sindacati in 42.100 insegnanti. Il Ministero dell’istruzione è infatti fortemente intenzionato a respingere, in blocco, tutte le domande di prolungamento in servizio sia del personale che ha maturato 40 anni di contributi sia di quello che ha compiuto o compirà, entro la fine del 2009, i 65 anni di età. Non si tratterebbe di un numero altissimo di domande (alcune stime ufficiose indicano la cifra di poco superiore alle 5.000): ma tutto sommato un numero nemmeno risibile, anche perchè sommandolo agli almeno 23.000 pensionamenti già previsti (tra cessioni di vecchiaia e di anzianità) porterebbe il saldo negativo di posti di docente, rispetto all’anno in corso, a quota 14.000. A concordare il ‘patto’ con i sindacati è stato direttamente il Ministro Gelmini durante l’incontro sul precariato dell’11 febbraio. Le due parti, sindacale e pubblica, si sono trovate sostanzialmente d’accordo: lo sganciamento del personale in servizio al massimo della carriera, che percepisce un assegno mensile superiore del 50% rispetto a chi è agli inizi di carriera, sgraverebbe infatti le casse del Miur. E limerebbe il disagio sociale dei posti di lavoro che durante l’estate si dilegueranno nel nulla. Vi sono però un po’ di problemi di applicazione pratica. Non tanto per lo stop obbligatorio per gli over 65enni, ma soprattutto per l’assorbimento della scuola della Direttiva derivante dalla legge 133 ed introdotta dal Ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, sul pensionamento automatico con 40 anni di servizio. La norma non prevederebbe, infatti, l’adozione per il personale dell’istruzione. “L’applicazione estensiva di questa Direttiva è l’unico modo per dare una valida risposta al precariato – ha detto il Ministro la sera dopo l’incontro, al termine della presentazione del primo rapporto sulla scuola della Fondazione Agnelli -: per il Paese si tratta di una vera piaga sociale – ha continuato Gelmini riferendosi alle diverse decine di migliaia di docenti in attesa del ruolo – e per questo serve estendere anche alla scuola la direttiva dei pensionamenti in maniera molto ampia. Anche se è vero che la corte dei Conti ha un po’ criticato questa norma – ha tagliato corto Gelmini – non esistono al momento altre soluzioni”. Parole, queste ultime, che alcuni hanno colto come una bocciatura indiretta di altre proposte lanciate dai sindacati, come quella della Cisl che aveva paventato il blocco degli aumenti in busta paga in cambio del mantenimento in vigore degli attuali organici. In ogni caso, il Ministro in questo momento è concentrato sul bloccare, salvo casi eccezionali, tutte le domande di permanenza in servizio: del suo progetto sono stati già informati i Direttori regionali riuniti a viale Trastevere. Nelle prossime settimane sapremo se il progetto ha preso corpo. E se così almeno 5.000 insegnanti precari potranno continuare a lavorare nella scuola

5 Risposte to “SCUOLA.IL MINISTRO GELMINI MANDA IN PENSIONE I PROF. CON 65 ANNI DI ETA’ E 40 ANNI DI SERVIZIO. Cosi’ si salvano 5mila precari”

  1. grazia said

    Sono un’insegnante della scuola dell’infanzia del secondo circolo di Città di Casiello in servizio da 40 anni. Avevo deciso di rimanere in servizio fino al prossimo anno scolastico perchè avevo l’ultimo scatto di stipendio a dicembre del 2009.Prevengo che ho sempre lavorato con coscienza e in quarant’anni sarà stata a casa in malattia per un massimo di un mese.Sono andata a scuola anche con la febbre e in più la mia direzione è testimone che ho fatto ore su ore ,senza essere retribuita, per supplire le colleghe ammalate.Ora .come premio, il provveditore di Perugia mi ha mandato una lettera di cessazione dal servizio al 1 settembre 2009 e così per tre mesi perdo diversi soldi di liquidazione e sulla pensione.
    Non c redo di essere stata una fannullona come dice il nostro ministro Brunetta perà sono stata trattata come tale. Vorrei dire al ministro Gelmini che puà andar bene questa legge ma di tener presente anche i singoli casi perchè vivo di stipendio e non sono ricca e per me sono importanti anche 100 euro. Scusate il mio sfogo ,non so neanche se è la sede giusta ma mi sento veramento di aver subito un torto che non meritavo.
    Grazie e scusate di nuovo

  2. marisamoles said

    Cara Grazia,

    anch’io sono un’insegnante (al liceo), ho meno anni di anzianità di Lei ma come Lei ho sempre lavorato con coscienza e dedizione, ho fatto poche assenze per malattia (anche se fra una minaccia d’aborto, un intervento chirurgico e un infortunio piuttosto serio sono stata lontana da scuola per parecchio tempo) presentandomi regolarmente a scuola con la febbre, il mal di testa, il mal di stomaco, il mal di schiena … ho anch’io profuso le mie energie per pochi soldi extra o senza alcuna retribuzione accessoria. Ma in questi ultimi anni ho capito che, essendo la scuola italiana andata avanti grazie alla buona volontà dei docenti, la nostra professionalità è scaduta, prova ne sia la scarsa disponibilità di fondi per i progetti e le modeste somme che alla fine arrivano nelle nostre tasche (ho fatto un calcolo che per attività didattiche impegnative a livello di progettazione e realizzazione ho ottenuto una retribuzione di circa 8 euro all’ora!!!)
    Ho capito anche che gli “atti di eroismo” (andare a scuola pur stando male) non sono apprezzati da nessuno, né dai colleghi né tanto meno dagli allievi.
    Si goda la Sua pensione … un pizzico d’invidia io la provo, pur amando moltissimo la mia professione. Marisa

    • Rick said

      Dire (a una persona che ha spiegato che ha bisogno di lavorare ancora per qualche anno) “Si goda la Sua pensione … un pizzico d’invidia io la provo”, è una dimostrazione di insensibilità spaventosa e una orribile pressa in giro!

      I sindacati trattano il lavoro da padroni, eliminando gli uni (40 anni di contributi prima dei 65 di età) per inserire altri (“precari”) radoppiano i costi sociali di un servizio e trattano le persone come pezzi di m…

      Solo la crescita economica crea NUOVO lavoro.

  3. mariella ranieri said

    Sono una donna che, per ovvi motivi e problemi familiari, e non solo, visto che il primo concorso utile è stato indetto solo nel 1982, mi ritrovo a 64 anni con soli 30 anni di servizio. In base alla direttiva ministeriale, non ho 40 anni di servizio e non sono nemmeno in una classe o graduatoria in esubero, per cui, interpretando alla lettera il decreto, avrei pieno diritto ai due anni di proroga, fino almeno a raggiungere i 35 anni (con la laurea)per una pensione appena più decente. Mi è stato dett ovunque che la mia domanda non sarà accettata. MA PERCHE’?Mariella

    • Rick said

      Il perché è presto detto: calpestando ogni diritto e ogni principio, i sindacati trafficano con i diritti dei lavoratori come se questi fossero oggetti (quindi senza veri diritti) proprietà loro. Come ho già detto sopra:

      “I sindacati trattano il lavoro da padroni, eliminando gli uni (40 anni di contributi prima dei 65 di età) per inserire altri (“precari”) raddoppiano i costi sociali di un servizio e trattano le persone come pezzi di m…”

      Ripeto: Solo la crescita economica crea NUOVO lavoro

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