SESSO IN CAMBIO DEL POSTO FISSO . ARRESTATO ISPETTORE DEL LAVORO

27.04.2010-Il posto di lavoro a tempo indeterminato? Diventò realtà per una donna separata. Però in cambio di qualche ora di effusioni intime. Per questo nei giorni scorsi un ispettore del lavoro, responsabile del ricatto, è stato condannato al termine del rito abbreviato, a cinque anni di reclusione con l’accusa di concussione sessuale. «Per me non era sesso, ero innamorato davvero di questa donna», ha provato a giustificarsi il dipendente dell’ufficio di collocamento di Roma davanti al giudice dell’udienza preliminare Picazio.
Parole che tuttavia non hanno intenerito il giudice, che ha accolto la richiesta di condanna del pubblico ministero Maria Bice Barborini.

L’ispettore del lavoro è stato rimandato a casa, agli arresti domiciliari nel suo appartamento dove, tra l’altro, si creò una situazione piuttosto imbarazzante tra l’uomo e sua moglie, visto che lei manifestò il desiderio di sbarazzarsi in tutta fretta del marito dopo l’arresto avvenuto una mattina della scorsa estate.

La storia ha inizio nel 2005 quando la vittima, 44 anni, divorziata e con un figlio, si trova all’improvviso senza lavoro. Una situazione contingente difficile che la obbliga alla una ricerca disperata di un’occupazione. Dopo un lungo vagabondare negli uffici del personale di diverse imprese, un giorno il telefono squilla e sembra il trillo fortunato. È l’ufficio di collocamento del Comune di Roma e dall’altra parte della cornetta a comunicare la buona notizia della possibilità di un posto di lavoro c’è S.F., 56 anni, impiegato. Ha letto il curriculum della donna e dice di esserne rimasto colpito molto favorevolmente.

La vittima viene assunta in un primo momento con un contratto a termine che poi si trasforma in un posto a tempo indeterminato. Ma questo passaggio contrattuale avviene a patto di uno scambio. Poiché la donna non avrebbe tutti i requisiti per essere assunta, lui si propone di chiudere un occhio, ma vuole qualcosa in cambio. Soldi o sesso. La donna, stretta tra la necessità del lavoro e i conti a fine mese, accetta. E vivendo una situazione di grande difficoltà economica, si vede costretta a scegliere la seconda opzione.

Nonostante questo, l’ispettore del lavoro diventa sempre più insistente fino a rendere la situazione insopportabile per la donna. Stanca ed esasperata dell’atteggiamento dell’impiegato, la signora, assistita dall’avvocato Pietro Nicotera, decide di denunciare tutto alle forze dell’ordine. Qualche giorno fa, l’epilogo giudiziario con la condanna dell’impiegato.il messaggero