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PILLOLA RU-486: A BARI DONNE DA TUTTA ITALIA PER ABORTIRE

Posted by irpinianelmondo su Maggio 4, 2010

04.5.2010-E’ lunga la lista di attesa in Puglia di donne che vogliono abortire utilizzando l’Ru486, la pillola che interrompe la gravidanza entrata da un mese in commercio anche in Italia. Nel Policlinico di Bari, dove l’Ru486 veniva utilizzata in day hospital, acquistandola all’estero, già da un paio di anni, e dove la pillola Ru486 “italiana” è stata utilizzata per la prima volta, finora sono state una ventina le donne che si sono sottoposte a questo metodo. E altre 25 sono in lista di attesa, provenienti da ogni parte d’Italia. 

“Quasi tutte le donne che si sono finora sottoposte a questo metodo hanno rifiutato il ricovero ordinario” che è stato deciso seguendo il suggerimento del consiglio superiore della sanità, riferisce il ginecologo Nicola Blasi, che è il primario nella prima clinica ostetrica del policlinico e che è da un paio di anni punto di riferimento del Mezzogiorno per quanto riguarda l’Ru486. 

Blasi è anche uno dei pochi medici non obiettori di coscienza della Puglia. “Solo due donne in questo mese – precisa Blasi – non hanno rifiutato il ricovero”. Il martedì mattina Blasi si dedica all’ascolto delle donne che si recano al policlinico per avere informazioni sul metodo. 

“Martedì scorso – racconta Blasi – erano tantissime le donne in fila: venivano da Roma, da Catania, da Latina, da Campobasso, da Lecce, da Brindisi”. “Donne che chiedono aiuto – aggiunge – anche perchè spesso sono ormai quasi giunte alla settima settimana, superata la quale, come è noto, non è più possibile intervenire”. 

“Occorre una struttura adeguata – aggiunge il medico – per far fronte alla situazione: ogni giorno arrivano decine e decine e decine di telefonate al numero verde che abbiamo istituito ma per far fronte a tutto occorrono altre persone e una struttura maggiormente organizzata. Faccio solo un esempio: nei prossimi giorni dovrò assentarmi per un congresso e fuori metterò un cartello sul quale sarà scritto che il servizio per l’Ru486 è chiuso, perché se manco io, bisogna chiudere”.

Gazzetta Mezzogiorno

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