LA CAMPANIA E’ LA ZAVORRA DELL’ITALIA
Posted by irpinianelmondo su Maggio 10, 2010
10.05.2010-«Dico la cosa più brutale possibile: proviamo a estrapolare dalle medie nazionali la Campania, che rappresenta la peggiore delle nostre performace macroeconomiche (la Calabria, che pure normalmente detiene questo primato negativo, è difatti una regione piccola). Ecco, visto che la Campania è enorme, proprio questa enormità butta giù tutte le medie italiane». E dunque: eliminandola dagli indicatori generali, «l’effetto sarebbe il sorpasso su Francia e Germania». Il vicesegretario del Pd Enrico Letta, con queste dichiarazioni rese nel corso della recente presentazione del libro Domani a Mezzogiorno — volume curato dall’eurodeputato democratico Gianni Pittella — hamesso in moto una discussione che non finisce più. Lo stesso numero due di Bersani a scanso di equivoci ha anche chiarito: «Il rilancio della competitività dell’Italia si potrà avere, amio avviso, soltanto tentando di riallineare le performance di Campania, Calabria e Sicilia alla media europea. In particolare, quella della Campania che, per dimensioni e popolazione, pesa proporzionalmente più delle altre due».
Una presa di posizione propositiva ma dura al tempo stesso, alla quale hanno fatto seguito apprezzamenti (vedi Anna Rea, leader Uil Campania) e critiche anche pesanti. Come quelle lanciate da Antonio Bassolino e dall’ex assessore regionale al Bilancio, Mariano D’Antonio. Ma Letta ha ragione o no quando dice né più né meno che la Campania— dal punto di vista delle medie economiche — è la zavorra d’Italia? Una domanda che abbiamo girato a Luca Bianchi, vicedirettore della Svimez (l’associazione più meridionalista che esista). «Effettivamente — esordisce Bianchi — viste le bassissime performance e l’altissimo numero di abitanti, la Campania sotto il profilo economico è una zavorra per il Paese. E lo dico, come ritengo abbia fatto Letta, per affermare la necessità di rilanciare le politiche di sviluppo in favore della stessa regione e del Sud».
Dopo la premessa i dati: «Sulla base delle rilevazioni Eurostat relative al 2007, le ultime che qui abbiamo a disposizione, se sottraiamo dal Pil procapite nazionale (che l’ufficio statistico europeo calcola a parità di potere d’acquisto in tutti i Paesi Ue) il riferimento della Campania, l’Italia supera la Spagna e aggancia la Francia. Avvicinandosi alla Germania». Tedeschi che sarebbero raggiunti, invece, «se oltre alla Campania si sottraggono i pil di Calabria e Sicilia». I risultati del lavoro del dirigente Svimez sono raccolti nella tabella a sinistra. Ok ai Fas solo al Nord «Il problema — conclude Bianchi— è che il Mezzogiorno sembra sempre più marginale rispetto alle politiche nazionali. E per rendersene conto, basta verificare quante risorse del Fas, quindi destinate al Sud, sono state dirottate a coprire iniziative collegate alla stabilizzazione die conti pubblici italiani».
Sempre a proposito di Fas, va registrato che ancora oggi, dopo mesi e mesi di promesse di sblocco immediato, i Programmi attuativi presentati dalle Regioni meridionali — eccezion fatta per la Sicilia — sono ancora in attesa dell’ok da parte del Cipe. Disco verde che potrebbe sbloccare in un colpo circa 18 miliardi di euro (3,8 solo per la Campania). D’altro canto, lo stesso comitato interministeriale ha già dato via libea ai piani di quasi tutte le Regioni centro-settentrionali (Dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia alla Toscana).
corriere mezzogiorno
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