ARIANO IRPINO (AV) . LETTERA APERTA DEL DR. D’AVANZO AL COMMISSARIO FLORIO : IL NOSTRO PRONTO SOCCORSO E’ MODELLO DI EFFICIENZA ORGANIZZATIVA NONOSTANTE MILLE DIFFICOLTA’
Posted by irpinianelmondo su Maggio 12, 2011
12.05.2011-“Egregio ing. Florio, dopo due notti insonni,per il rammarico di non aver,in qualche modo,esternato il disagio provato nel corso dell’incontro tenutosi ad Ariano, vuoi per la pragmaticità che ci contraddistingue, e quindi la necessità di andare al nocciolo della questione senza perderci nell’elenco della lavandaia, vuoi perché, nella foga, l’animosità può giocare brutti scherzi.
La mia è una estrazione eminentemente umanistica, quindi poco avvezza a calcoli meramente matematici, la cui sterilità a volte e come nel nostro caso, può ingenerare equivoci e malintesi.
Le scrivo perché traspare dal suo sguardo una intelligenza vivida, non è piaggeria, che sicuramente l’aiuterà ad interpretare in maniera corretta il mio disappunto .
I calcoli da Lei effettuati, relativamente alle figure professionali mediche,dicono che il nostro ospedale produce un disavanzo pari a quattro volte quello prodotto in altra realtà .
I miei numeri dicono tutt’altro ,nonostante la mancanza di dimestichezza, ahimè,con la matematica.
L’Unita’ Operativa di Pronto Soccorso di Ariano, seconda a nessuno nell’ambito della ASL ,e oserei dire in ambito regionale in ordine al modello organizzativo, in merito alla qualità, e perché no alla quantità,torniamo ai numeri, da me, indegnamente diretta, con il personale medico a me assegnato,mancante ad oggi di tre unità, produce ben altro che disavanzo,egregio ingegnere, dovendo fronteggiare le vere emergenze, le drammatiche urgenze,territoriali e non cosicché, tra un addome acuto, un edema polmonare, ed un infarto, troviamo anche il tempo di andare a rispondere in procura di reati mai commessi e di accuse sempre infondate, fino a prova contraria.
Come vede non ci facciamo mancare nulla.
Venga a trovarci più spesso, è un modo come un altro per gratificare gli operatori tutti sul campo dove i numeri parlano per noi un’altra lingua.
Non è giusto liquidare professionisti che alacremente quotidianamente combattono una guerra senza quartiere, fatta di incomprensioni con l’esterno per la mancanza, spesso, di filtro territoriale e con l’interno, soccombendo spesso di fuoco amico.
Si parlava di vetrine, nell’incontro, noi siamo la porta di ingresso, l’anticamera dell’ospedale tutto, dove il filtro è fondamentale e dove le competenze debbono essere indiscusse.
E’ il posto dove il paziente trova accoglienza umana e professionale, dove le patologie dalle più banali a quelle più impegnative vengono trattate.
E’ il posto dove il personale infermieristico,stanco,datato,malandato,non incentivato,sott’organico cronicamente,vive ancora con spasimo ed animosità il lavoro quotidiano.
Proviamo a dire ad un operatore socio-sanitario dopo una mattinata durante la quale ha macinato chilometri, non solo con provette, referti, plichi, ma con la responsabilità è dell’affido dell’ammalato, che ha prodotto non per una, bensì per quattro volte un disavanzo.
Chi Le scrive ha una tempra allenata e collaudata, per vivere il disagio di un mancato inquadramento amministrativo a distanza di circa sei anni, considerando tutte le prese in giro delle quali è stato vittima .
Non importa, è la coscienza a dover fare i conti con gli ammalati e anche qui i conti quadrano.
Mi sovviene la metafora del suo collega ingegnere, nonché uomo di spettacolo e scrittore Luciano De Crescenzo che per spiegare appunto metaforicamente la scienza statistica, sosteneva che una persona che ha la testa infilata in un frigo e le terga in un forno, statisticamente sta bene; credo a mio modesto avviso che Lei, con i numeri che ha fornito, lo abbia emulato un po’.
Ha trascurato una serie di valutazioni ,umane e professionali,ingenerando un sentimento di infinito sconforto.
Si lavora tra mille, mi creda, difficoltà e non ci è concesso nemmeno l’onore delle armi.
Interpreti questo sfogo come tale,comprendendo che un manipolo di uomini e donne ,con armi a volte improprie,combattono per difendere la dignità e salvaguardare la salute di chi ignaro di tanti problemi,si rivolge a lui, fiducioso.
So anche che dopo questa lettera quelle tre U.O.S. e mezza (mezza è la mia) potrebbero diventare definitivamente tre.
Ma come sempre ho fatto nella mia vita,professionale e non,mi assumo tutte le responsabilità che il caso comporta,consapevole pure di aver esternato con garbo ed educazione solo in parte le problematiche che ci affliggono e che Lei intimamente conosce.
Le auguro ogni bene, e che nel corso dei mesi a venire non trascuri l’aspetto umano dei problemi come etica vuole.”
Ariano li 11.05.2011
Dott . Massimo D’Avanzo
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