LA CASTA . BUONUSCITA ESENTASSE PER I PARLAMENTARI . PER GLI ITALIANI INVECE VIENE TASSATA FINO AL 30 %
Posted by irpinianelmondo su agosto 10, 2011
10.08.2011-Mentre la crisi brucia e gli italiani tremano per le loro pensioni, gli onorevoli col doppio lavoro possono cominciare a preoccuparsi delle ricche liquidazioni che li attendono a fine mandato. Eh sì perché pochi sanno che tutti i parlamentari, oltre al vitalizio, quando escono dalle Camere prendono pure una corposa buonuscita, formalmente detta «Assegno per il reinserimento nella vita lavorativa». Oltre alle sbandierate promesse bipartisan sul dimezzamento dei parlamentari, da mesi abbondano negli archivi proposte di legge per rendere incompatibili altre attività professionali con il lavoro di parlamentare. Ma ora, con l’aria che tira, ai piani alti del Palazzo qualcuno comincia a chiedersi se per combattere l’assenteismo sia il caso di intervenire sulle liquidazioni versate anche ai «doppiolavoristi». Una truppa considerevole che, alla luce dei dati riportati in un’inchiesta di Panorama, conta 446 parlamentari, 270 deputati e 176 senatori, su 945 eletti. E che oltre a vantare le più alte dichiarazioni dei redditi, stando a uno studio che fece scalpore de “La voce.info”, vanta anche le percentuali più alte (37%) di assenteismo.
Detto questo, tutti gli onorevoli non solo prendono ogni mese un lauto stipendio di circa 14 mila euro netti, con aerei, treni e autostrade gratis; non solo a 65 anni incassano un vitalizio che va dai 2.500 ai 7.500 euro lordi, che dovrebbe essere sostituito da un sistema effettivamente contributivo analogo a quello di tutti i lavoratori. Ma quando escono dal Parlamento, ricevono pure una buonuscita, accantonata grazie ai contributi mensili defalcati dalla busta paga, ma che non ha uguali in Europa: dopo cinque anni sullo scranno, 46.814 euro, dopo 15 anni oltre 140 mila euro. E c’è un particolare non indifferente, inserito tra parentesi in uno studio commissionato dalla Camera sui trattamenti economici dei parlamentari in Europa: gli euro della liquidazione sono tutti esentasse, tecnicamente detti «importi non imponibili». E già, mentre le liquidazioni degli italiani sono sempre tassate (dal 23 al 27%), quelle dei deputati sono esentasse. E’ vero che, a differenza dei sindaci, i deputati versano dei contributi: ogni anno circa 9 mila euro e moltiplicando per cinque si arriva a 45 mila euro. Peccato però che la ratio di questo «assegno di fine mandato», sta nel fatto che viene concesso alla fine del percorso parlamentare per aiutare gli onorevoli a reinserirsi nel mondo lavorativo. E allora, cominciano a chiedersi in molti nel Palazzo, che senso ha per quella pletora di avvocati, commercialisti, medici e professionisti di ogni colore politico, che non chiudono mai lo studio e restano in attività quando entrano in Parlamento?
Quindi, vista l’aria che tira nel paese, il Pd sta valutando che potrebbe essere questo il grimaldello per introdurre il principio dell’incompatibilità tra il mandato parlamentare e l’esercizio di altre professioni. «Sarà difficile – spiega uno dei tre questori della Camera, Gabriele Albonetti – far passare la regola che se uno si candida a entrare in Parlamento poi deve chiudere il suo studio professionale, perché si trovano poi mille escamotage per non farlo. Allora sarebbe forse meglio lasciare il diritto all’assegno di reinserimento al lavoro solo a chi opta di rinunciare ad altre attività. Togliendolo, invece, a tutti quelli che continuano a fare il loro mestiere, senza per questo esimerli dal contributo mensile al fondo di solidarietà».
Senza considerare poi che nel resto d’Europa le cose vanno diversamente: in Germania esiste «un’indennità provvisoria» pari ad un mese di indennità per ogni anno di mandato, per non più di 18 mesi. Quindi le liquidazioni sono pari a 7.668 euro lordi per 5 mesi dopo 5 anni di mandato e a 7.668 euro per 15 mesi dopo 15 anni, importi tassati con aliquote diverse in ogni lander. In Gran Bretagna non è prevista alcuna liquidazione, ma un rimborso secco di 47 mila euro per le spese sostenute per completare le funzioni parlamentari, entro due mesi dalla fine del mandato, ma i deputati non versano alcun contributo.
In Francia se ne ha diritto, ma nessuno ne usufruisce, al punto che anche se il contributo mensile chiesto al deputato è minimo, 25 euro, il fondo per il sussidio al reinserimento lavorativo ammonta a 4,8 milioni di euro: e questo perché il sistema adottato prevede che i deputati non più eletti e in cerca di lavoro, possano chiedere un sussidio di reinserimento al massimo per tre anni. Calcolato in base alla differenza tra una percentuale della loro indennità, decrescente nel tempo da 5.500 euro a 1.100 euro, ed i redditi eventualmente percepiti dai parlamentari.
Chi se la passa meglio sono i parlamentari europei che non versano alcun contributo e, su richiesta, hanno diritto a un’indennità transitoria, pari a un mese di stipendio per ogni anno di mandato, per un massimo di 24 mesi, cioè 190 mila euro lordi.
La Stampa
silvestrone said
E da tempo che non credo più alla vocazione politica della gran parte degli eletti italiani!
Sono quasi sicuro che, addizionando tutti i costi dei rappresentanti nazionali, regionali, provinsiali, comunali, gli italiani sopportano il più alto costo medio pro capite di qualunque altro paese nel mondo.
E con quale risultato?
Giovanni said
SEMPLICE RISULTATO CHE SE TI VA BENE RIESCI A MALAPENA AD ANDARE AVANTI, MENTRE LORO HANNO TUTTO PAGATO MENTRE SONO IN SERVIZIO QUANDO CI VANNO.
LE LEGGI A LORO FAVORE LE FANNO E LE VOTANO LORO E NON HANNO COLORE POLITICO VOTANO TUTTI SI.
giusi said
nn ce sta commento..solo un vaffanxxlo a tutti ..a casaaaaaaaaaaaaaaaaaa
giuseppe said
io sono riuscito a prendere la buonuscita dopo anni di lavoro, tassata del 30 per cento, lavorando gia nelle buste paga mi facevano le trattenute, adesso presentando il 730 devo restituire allo stato 4.000,00 euro, praticamente dal primo luglio 2012 ogni mese dalla pensione si tratterranno 1.000,00 euro ora mi domando quante volte viene tassata la buonuscita e come fa a campare una famiglia con un mutuo da pagare, e mantenere i figli e pagare altre spese luce ,gas e mangiare assicurazione ed altro a quale ministro interessa tutto questo. vergogna
tony said
Se non si modifichera il sistema ci sara sangue x i loro privilegi le famiglie sono al verde